La Comunità Cenacolo di Madre Elvira: preghiera, lavoro e condivisione

L’abbraccio di Madre Elvira ai giovani in difficoltà alla riscoperta della Parola di Dio.

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“Sono una donna appassionata: dalla scopa alle pentole, dal fratello povero alla cappella. Sono una donna di strada, non da tavolino. Non ho mai pensato di imparare a leggere e a studiare per poter insegnare all’altro. La carità è la mia vita, è il dono di me stessa, il dono della mia gioia per un sì a Dio sempre più vero e appassionato”.

 

 

 

Si descrive così, con parole di grande semplicità Madre Elvira Petrozzi, fondatrice della Comunità Cenacolo. La Comunità ha visto la luce nel 1983 come risposta della tenerezza di Dio all’urlo di disperazione di tanti giovani stanchi, delusi, disperati, drogati e non, alla ricerca della gioia e del senso vero della vita. Con Madre Elvira collaborano volontari, consacrati e famiglie, che vivono e si dedicano a tempo pieno e nella totale gratuità a servizio di quest’opera, riconosciuta dalla Chiesa come Associazione di Fedeli. La “Casa Madre” della Comunità si trova sulla collina di Saluzzo, una cittadina in provincia di Cuneo e, in questi ultimi anni, sono nate altre numerose fraternità. Le case della comunità sono attualmente 61, in Italia e nel mondo. A coloro che bussano alle porte della Comunità viene proposto uno stile di vita semplice e famigliare, per riscopire il lavoro vissuto come dono, l’amicizia vera e la fede nella Parola di Dio.

Madre Elvira è nata in una povera famiglia meridionale. Durante la Seconda Guerra Mondiale è emigrata ad Alessandria, dove vive i disagi e la miseria del dopoguerra, sperimentando in casa “il privilegio di regnare” nel servire gli altri, come racconta nel volume “L’abbraccio”, edito recentemente dalle Edizioni San Paolo. La vita di Madre Elvira è stata contraddistinta da una vita fatta di sacrifici e difficoltà. Scrive la stessa fondatrice della comunità: “Ho vissuto la povertà della dipendenza dall’alcool di mio padre e quindi la fatica di mia madre di dover lavorare lunghe giornate fuori casa per mantenere me e i miei fratelli. La vita mi ha insegnato sin da piccola a mettere gli altir la primo posto e oggi riconosco che questa è stata la mia ricchezza e la mia prima formazione umana e cristiana. Mi rendevo conto che i giovani erano abbandonati ed emarginati da questa società consumistica. Mi accorgevo che nelle famiglie non c’era più dialogo né comunicazione, che mancava la fiducia tra i coniugi e tra genitori e figli: i giovani erano lasciati soli e io li vedevo tristi per le strade. Da qui l’idea di fondare la Comunità Cenacolo”. Il 16 luglio 1983, festa della Madonna del Carmine, nasce la Comunità Cenacolo con la prima casa sulla collina di Saluzzo.

1363279850343Le regole che la Comunità propone sono il frutto di tanti anni di cammino a fianco dei poveri. La giornata è scandita da momenti di preghiera, lavoro, condivisione e amicizia nella verità. La sveglia suona alle 6.00 di mattina. Appena svegli, i giovani si dedicano alla preghiera, prima della colazione comunitaria e al lavoro. Le mansioni svolte dai ragazzi sono varie e a ciascuno è affidato un compito per un certo periodo, per poi cambiare attività. Dopo pranzo i ragazzi stanno un po’ insieme, e verso le 14.00, riprendono il lavoro che impegna il pomeriggio. Nel secondo Rosario la preghiera è incentrata proprio sul lavoro, per imparare che anche dandosi da fare, si può pregare. Alle 18.30 c’è la preghiera serale del terzo Rosario e la condivisione della Parola di Dio e del proprio vissuto. Poi la cena, alcuni momenti di gioco e di amicizia, e alle 22.00 la buonanotte. In Comunità non si fuma, non si beve, non c’è la televisione. Tutto questo è fatto perché il singolo possa concentrarsi al massimo su se stesso, senza “fughe” e distrazioni esterne. In questo modo i giovani possono sperimentare che la gioia vera non nasce dalle cose materiali, ma dalla propria interiorità. Nei primi tempi, allo scadere dei tre anni di cammino, i ragazzi ricevevano la “benedizione” di Madre Elvira e lasciavano la Comunità, per ricostruirsi una vita. Ma alcuni di loro hanno scelto di rimanere per restituire l’amore che avevano ricevuto. Altri hanno espresso il desiderio di poter realizzare all’interno della Comunità la loro vocazione alla famiglia, vivendo in modo autentico e cristiano il fidanzamento e il matrimonio. E’ nato così, “il noviziato della coppia” da cui hanno avuto origine diverse famiglie missionarie.
La Comunità Cenacolo, oltre a realizzare canti religiosi, si dedica anche al confezionamento di recital come “Credo” e “Il figlio prodigo”. Quest’ultimo è stato portato anche presso la nostra comunità dai ragazzi di Madre Elvira in occasione dell’iniziativa “100 piazze per il Vangelo”, per celebrare il centenario di fondazione della Società San Paolo. Questi recital sono interamente realizzati dai membri della Comunità, dalla regia alle riprese, dalle musiche alla scenografia, e nascono dal desiderio di portare a tutti una testimonianza di speranza e resurrezione.

Madre Elvira, nonostante la malattia, continua a dimostrare la sua vicinanza ai giovani della Comunità Cenacolo: “Dio mi ha dato la pazienza di seguire quello che mi indicava, giorno per giorno, e pian piano l’orizzonte si è aperto e ha accolto, con le braccia spalancate che desiderano abbracciare il mondo intero, tanti e tanti giovani bisognosi di amore. Ormai queste braccia non sono solo più le mie. Ci sono ora insieme a me quelle di tanti giovani che, dopo aver ricevuto l’amore di Dio, hanno deciso di fidarsi di Lui donando a chi è nel bisogno quell’amore che, gratuitamente, hanno ricevuto”.

Paolo Bianchessi