Acqua, pietra e sale: fotografie dalla Giordania

10719321_854874091213063_220294357_nUn pellegrinaggio alle origini della fede cristiana. Il Fiume Giordano, la spettacolare città di Petra e il Mar Morto sono solo alcune delle tappe che abbiamo toccato durante il nostro viaggio in Giordania dal 4 all’11 agosto. I deserti lunari e le sculture nella roccia hanno fatto da contorno a un’esperienza unica. Come ogni pellegrinaggio che si rispetti, la fede viene prima di tutto. Decidere di compiere un cammino di pellegrinaggio in Giordania significa essere disposti a vivere una vera e propria esperienza di fede, generata soprattutto da un desiderio appassionato di conoscere le circostanze storiche e teologiche, ma anche archeologiche e paesaggistiche, che hanno caratterizzato la promessa di Dio a Mosè, i quarant’anni di cammino nel deserto del popolo ebraico e l’agire delle comunità cristiane delle origini.

Il pellegrinaggio in terra giordana, infatti, si è mosso lungo tre diverse direzioni: la memoria delle origini con la visita alle città di Pella, Madaba e Umm Ar-Rasas, il cammino nel deserto con l’esperienza indimenticabile dello Wadi Rum, e il confronto con le città di Petra e Kerak. Ogni luogo che abbiamo visitato è stato accompagnato dal desiderio del silenzio e dalla fatica del camminare. La riflessione sulla propria vita, sul proprio vissuto risulta più facile se accompagnata dalla tranquillità e dal silenzio che contraddistinguono luoghi come questi. Camminare da soli, isolati dal resto del gruppo, sulla sabbia calda dello Wadi Rum, aiuta a meditare sulla propria esperienza di fede. Celebrare l’Eucarestia circondati da rovine di città antiche, tramonti mozzafiato e rocce di arenaria consente a ciascun pellegrino di diventare una cosa sola con l’ambiente circostante e le prime comunità cristiane che tra mille difficoltà, proprio in quei luoghi, hanno portato il messaggio di Gesù Cristo.

10537482_854874051213067_1511365316_nCome l’anno scorso in Terra Santa, anche quest’estate abbiamo avuto l’opportunità di venire in contatto con la minoranza cristiana che vive in Giordania. In questo Paese del Medio Oriente, il 98% della popolazione è di religione mussulmana, mentre il restante 2% è di confessione cristiana. Durante il nostro soggiorno abbiamo incontrato alcuni consacrati della Piccola Famiglia di Nazareth, fondata da Don Giuseppe Dossetti, che vivono in una piccola comunità a Madaba dedicando la loro vita allo studio della Parola di Dio, alla meditazione e alla preghiera.

L’incontro con la comunità missionaria del Sermig (Servizio Missionario Giovani), sempre nella città di Madaba, ha rappresentato una delle esperienze più toccanti e suggestive del pellegrinaggio in Giordania. Il Sermig, nato nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero, è attivo in Giordania, a Torino dove ha sede e a San Paolo (Brasile) e ha i seguenti obiettivi: sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo, vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una speciale attenzione ai giovani, cercando insieme a loro le vie della pace. L’Arsenale dell’Incontro di Madaba è focalizzato sul confronto tra culture e religioni diverse, tra normodotati e diversamente abili, tra giovani e adulti per ricercare un dialogo concreto, che metta al centro i più deboli, che aiuti a superare le divisioni e prepari la pace. Nello specifico, abbiamo incontrato tre consacrate italiane del Sermig che prestano il loro servizio di volontariato in Giordania, tra difficoltà economiche, sforzi fisici e psicologici ma con la forza del Signore che le accompagna in ogni loro gesto di carità nei confronti di chi ha più bisogno.

10726837_854873871213085_1927075826_nLa convivenza con le popolazioni locali, quindi, non è vista da queste realtà come un ostacolo, ma come un’opportunità di incontro e di intergrazione. Appare qui evidente che la pace del mondo, così come la convinvenza pacifica, è un equilibrio che gli uomini non devono smettere mai di cercare, ma nello stesso tempo è un miracolo che solo Dio può compiere.

L’acqua del Giordano con la quale abbiamo rinnovato le nostre promesse battesimali, la pietra raccolta a Pella che ognuno di noi ha portato a casa come segno della propria fede, il pane spezzato a Umm Ar-Rasas in nome della carità delle prime comunità cristiane, i cerini accesi durante la meditazione notturna nel deserto e il nardo profumato del quale siamo stati cosparsi a Petra sono i simboli del nostro pellegrinaggio, i simboli della nostra esperienza di fede, nonché una preziosa eredita da portare a casa…e nel cuore.

Paolo Bianchessi